Rock Impressions
 

INTERVISTA AI FIRE TRAILS risponde l'indomabile PINO SCOTTO
di Adriano Moschioni

Pino Scotto, ovvero la storia dell'hard'n'heavy italico. Coi Vanadium sfidò coloro che nello sviluppo della musica dura, almeno nel nostro Paese, non volevano credere. Tantomeno se proposto da un gruppo nazionale. Il Tempo ha dato loro torto, ed ora, essendo giusto e benevolo coi forti di spirito, offre al nostro leone l'opportunità di ripetere quelle antiche gesta, grazie ad un ottimo disco, "Third Moon" appena patrocinato dalla Valery Records, e ricco di un suono eccellente e di brani di elevata caratura, sui quali rifulge la chiarissima voce di Pino. Il ruggito del Re che non vuole abdicare perchè, ancora una volta, la sua incommensurabile esperienza, maturata in anni ed anni, sovente ingrati, è un tesoro che alcuno può disconoscere. E che, sopra tutto ai giuovini virgulti desiderosi di imparare, risulterà ancor più prezioso.

Pino, torni sul mercato con un grande disco, "Third Moon", dal vigore che emana dai solchi pare che tu abbia voluto incanalare tutta la tua forza, la volontà d'esprimerti, dopo tanti anni di silenzio!
La forza di "Third Moon" sta nel feeling che ho trovato insieme a Steve per scrivere il materiale di questo album e nella sicurezza di avere finalmente una band di musicisti oltre che tecnicamente preparati molto motivati dal progetto; in più la fortuna di aver trovato un produttore che ci ha appoggiati in tutto e per tutto.

Il tuo nome viene sovente accostato ad aggettivi quali icona e/o leggenda, peraltro meritatissimi, che sentimenti provi nel sentirti additato in un certo senso come padre del movimento hard'n'heavy italiano?
Di come mi definiscono gli altri, anche se naturalmente mi fa piacere, non me ne frega un cazzo, perché come al solito continuo come ho sempre fatto a fare le cose con il cuore e con le palle.

Cosa rimembri dei primi anni di attività coi Vanadium? Il vostro nome era sempre considerato con grande rispetto, sopra tutto dai cultori della musica dura, a dispetto di quanti non volevano assolutamente considerare il metal italiano, tacciandolo di fenomeno esotico.
Dei Vanadium ho dei ricordi stupendi e anche dei momenti che non vorrei ricordare, perché come in ogni famiglia può esserci sempre qualcosa che non funziona.

Quali differenze marcano maggiormente la scena metal odierna da quella degli anni ottanta? Il mio ricordo, certo velato dalla nostalgia (la giuovinezza è sfiorita...), è positivo, nonostante qualche sbavatura (le rivalità fra i gruppi, le difficoltà nel reperire luoghi ove esibirsi od anche nel trovare qualcuno disposto a pubblicare dischi...).
Rispetto al passato per tutto quello che tu hai detto, secondo me non è cambiato niente, c’è da dire che tecnicamente oggi ci sono dei musicisti molto piu preparati, ma putroppo la tecnica fine a se stessa serve a poco se manca l’anima; ed in più oggi manca la fede nel rock, e questo ha portato a far diventare questo genere terra di tutti, creando così solo una grande confusione.

Sei rimasto in contatto con tuoi colleghi di quell'epoca, che magari oggi sono impegnati in tutt'altri campi, o che addirittura non suonano o cantano più?
Con gli altri dei Vanadium sono anni che non ci vediamo e non ci frequentiamo, e d’altronde non lo abbiamo mai fatto.

Molte band non riuscirono ad emergere, spesso a causa della cecità della stampa, e furono condannate all'oblio. C'era qualcheduna fra queste sfortunate che ti impressionò maggiormente?
In primis ricordo di quel passato la “Strana Officina”, gli “ElektraDrive”, i “R.A.F.” e tanti altri, che sicuramente sono stati più sfortunati di noi; purtroppo di tutti questi nomi è rimasto proprio poco, o quasi niente.

Pino, perchè hai iniziato a cantare, e proprio hard rock? Certo in quegli anni non era facile! A chi ti sei ispirato, chi ti ha istigato?
Veramente io ho iniziato con il blues, che poi è il giusto percorso che hanno fatto tutti i grandi, e sinceramente oltre che una passione era un modo per conquistare le ragazze.

Oggi pare molto più agevole pubblicare dischi heavy in Italia, basta considerare la grande messe di uscite in ambito power (e non solo). Ritieni che questo fiorire di gruppi, e pure di labels, sia sinonimo di accresciuta qualità, oppure solo di tendenza destinata (speriamo ovviamente di no!) a mutare presto il suo corso?
Il problema rimane sempre lo stesso: purtroppo le major continuano a non credere ed a non investire su questo genere, che secondo me rispetto a tante copie delle varie “Vibrazioni”, “Perturbazioni”, “Masturbazioni” potrebbero vendere molto di più… e fortunatamente ci sono delle indipendenti che permettono ai gruppi di poter proporre la loro musica.

E l'incredibile frammentazione in sotto-generi, correnti? Secondo te, tale varietà giuova o nuoce ad una più decisa espansione dell'heavy metal italiano?
Sicuramente per me questa è una cosa positiva, altrimenti come nel passato si continueranno a costruire i cloni dei cloni….

Come è nato il progetto Fire Trails, quale è stata la molla che è scattata in te, e che ha determinato il tuo rientro sulle scene? Quando hai sentito la necessità di riproporti con composizioni nuove?
Il progetto Fire Trails è nato dopo aver conosciuto Steve, il chitarrista, con cui c’è stata subito una grande intesa, e poi, dopo i miei progetti solisti, era il momento giusto per proporre una musica più incazzata!

Chi è l'ascoltatore tipo dei Fire Trails? Il vecchio rockettaro o pure i giovani vi seguono?
Spero e sono quasi sicuro che entrambi possono ascoltare la musica dei FireTrails.

"Third Moon" è un disco di schietto ed incontaminato hard rock, magniloquente e pomposissimo, anche se non suona assolutamente datato, al contrario è corroborato da una freschezza compositiva incredibile, segno che nel corso degli anni hai ben valutato i mutamenti di stile che hanno caratterizzato il genere.
Premettendo che "Third Moon" non è nato dalla considerazione di realizzare un lavoro di tendenza rispetto alle mode del metal odierno, posso affermare che tutto il lavoro può considerarsi frutto di tutte le esperienze del passato e della nuova energia sia compositiva che umana di cui oggi la band può avvalersi.

Chi sono i musicisti che ti accompagnano?
Sono musicisti scelti dopo aver provato e valutato tanta gente che probabilmente dimostra la scarsa preparazione e la poca fede che ha in questo genere di musica. La formazione dei FireTrails è stata completata scegliendo ottimi musicisti italiani con un background tecnico ed emotivo di tutto rispetto. Il chitarrista Steve Angarthal è a mio avviso uno dei guitar player più dotati e preparati della scena rock odierna; Larsen Premoli, il tastierista, è un eccezionale talento pur avendo da poco superato i 20 anni; Frank Coppolino, il bassista, è una granitica garanzia di una precisa e poderosa sezione ritmica. I batteristi che hanno suonato sull’album, Tato dei 7 Vite e Mario Riso sono entrambi dei grandi musicisti, e siamo molto contenti che con il loro contributo artistico ci abbiano aiutato nella realizzazione di "Third Moon".

Come sei entrato in contatto colla Valery Records, e come si è sviluppato il rapporto che ha infine portato alla realizzazione dell'album?
Conoscevo da molti anni il nostro attuale produttore Niki Lou Rosh della Valery Records, che a sua volta era stato qualche anno fa un cantante hard rock. Una sera ci siamo rivisti in un club e abbiamo ascoltato insieme i provini di "Third Moon". Qualche giorno dopo ci siamo sentiti, e abbiamo deciso di lavorare insieme per il progetto. Da qui alla firma del contratto il passo è stato breve.

Dal punto di vista della distribuzione e della promozione ti senti adeguatamente supportato?
Il disco uscirà a Settembre: sono convinto che la Valery sta facendo e farà tutto il possibile… e intanto, per quanto riguarda la promozione all’estero ci stiamo muovendo per cercare degli accordi con dei partner esteri che possono darci buone garanzie di promozione, distribuzione e attività live fuori dal territorio nazionale, perché sappiamo benissimo che qui in Italia, purtroppo, il raggio d’azione è molto limitato!

La produzione è ottima, il suono pure, potente e cristallino. Le canzoni, poi, fanno il resto, essendo tutte posizionate su livelli qualitativi alti. In somma, un gran bel disco! Ti soddisfa pienamente?
Si, sono convinto che sia la band, sia il nostro produttore e i tecnici dello studio abbiano dato prova di grande professionalità e cuore. Il lavoro in studio è stato svolto nella più totale serenità e siamo riusciti a mio avviso a lavorare passo dopo passo con grande rispetto reciproco e penso che questo clima di entusiasmo si avverta ascoltando il risultato finale. Certamente il giudizio più importante spetta solo ed esclusivamente al pubblico.

Di cosa trattano le liriche? Sono l'occasione per lanciare messaggi, o per esprimere i tuoi sentimenti?
Come al solito i testi sono legati ad un discorso sociale; il concept di "Third Moon" vuole attraversare un percorso umano dalla nascita fino alla morte passando attraverso momenti oltre che sociali e religiosi, in qualche caso anche politici.

E quale importanza assumono i testi nell'ambito di un pezzo?
Il testo di ogni buona song deve avere sempre una grande importanza alla pari della musica!

Mi hanno impressionato particolarmente "Third moon", "Sailor and mermaid" e la epicissima "God of souls", forse gli apici dell'album. Sembra quasi che emanino una forza mistica.
Sono d’accordo che questi tre brani musicalmente sono fra quelli che toccano un lato più mistico dell’intero concept.

Anche le intro ritualeggianti di "Space and sleeping stones" e di Stronghold" (bello il flauto, il brano poi si trasforma in una autentica mazzata hard/heavy!) sono davvero intriganti e denotano una marcata personalità.
Gli intro dei brani fanno parte dell’ambientazione che lega la storia del concept ai singoli brani…

La tua interpretazione è superlativa, sia che si tratti di esprimere massimo vigore (ad esempio su "Fighter", ma non solo su questo pezzo, certo non ti risparmi!), sia quando interpreti con gran sentimento la virile ballad "Wise man tale". Quanto e come curi il tuo prezioso strumento, la tua fantastica voce?
Se ti dicessi cosa faccio veramente per distruggere le mie corde vocali ti spaventeresti sicuramente; c’è da dire comunque che ho la grande fortuna di continuare a cantare col cuore e con le palle.

Più volte, ascoltando e riascoltando pezzi come la stupenda title-track, "Braveheart" e "God of souls" ho ripensato ai vari Ronnie James Dio, Glenn Hughes o David Coverdale (ma anche Bob Catley...). Una bella compagnia, segno che la lezione dei grandi non perde vigore collo scorrere del Tempo!
Sicuramente fra i nomi che hai citato, Glenn Hughes in primis, ci sono delle voci che hanno influenzato i grandi singer di tutto il mondo; perciò ti ringrazio per il grande onore!

A proposito di ugole, c'è qualche cantante di oggi che ti ha colpito per tecnica e per forza espressiva? Sovente, ascoltando dischi pubblicati negli ultimi anni, trovo che manchino di mordente, di grinta.
Nella risposta precedente cerca di cogliere la verità…

Cosa ascolta Pino Scotto nel corso di una sua giornata-tipo?
Sicuramente molta musica degli anni ’70; comunque non disdegna giovani band odierne tipo Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Jimi Hendrix ecc. ecc. ecc.

Per quanto riguarda l'aspetto concertistico, recentemente vi siete esibiti al Tradate Iron Fest, quale è stata l'accoglienza dei convenuti, sopra tutto per quanto riguarda l'unico pezzo nuovo da voi proposto?
L’accoglienza a Tradate è stata certamente ottima, ma la cosa più importante è che la band sul palco ha dato il massimo.

Contate di supportare "Third Moon" con un vero e proprio tour o con singole date?
Cercheremo di esibirci il più possibile, purtroppo conosciamo i problemi che ci sono in questo paese di merda….

Tornando indietro nel tempo, hai notato un cambiamento nel pubblico rispetto agli anni dei Vanadium, una maturazione, un maggiore calore, od il relativo affollamento di concerti ha determinato un certo appagamento? C'è ancora fame di live?
A mio avviso il pubblico è quantomeno rimasto lo stesso, specialmente nel momento del live che per una vera band è il culmine adrenalinico di tutta la passione per questa musica. Tutte le volte che suoniamo dal vivo ci sentiamo sempre circondati da un grande calore da parte del pubblico.

Come è stato recepito fino ad oggi il disco, dalla stampa e dai media?
Per quanto riguarda la stampa finora, compreso te, abbiamo avuto riscontri più che positivi; comunque l’album esce a settembre e vedremo come sarà accolto…

Suppongo che spesso vengano effettuati confronti coi dischi dei Vanadium. Il ricorrere a citazioni del tuo precedente gruppo quali reazioni suscita in te?
I Fire Trails sicuramente non hanno un cazzo a che spartire con i Vanadium, poiché si tratta di una band che respira di vita propria e che musicalmente semmai è quello che avrei voluto fossero oggi i Vanadium.

Che importanza attribuisci ad internet? Certo che, grazie alla rete, è possibile raggiungere un numero praticamente sterminato di appassionati. Quanto navighi, magari alla ricerca di contatti?
Sicuramente internet ha dato la possibilità di avere una grande visibilità, anche se come in tutte le cose non mancano i lati negativi. Per quanto riguarda la navigazione, ho fatto recentemente un bel giro in barca di tre giorni fra Ischia, Procida e Capri! (questo si che è "navigare"! Meglio che passare ore dinanzi ad un monitor! ndAM)

Quali sono state le reazioni dall'estero? C'è un paese (o più di uno) al quale sei maggiormente affezionato, per quanto riguarda i tuoi fan, o per quel che concerne la ricettività dei tuoi lavori?
Il Rock’n’Roll non ha e non deve avere confini ne limitazioni geografiche, in passato abbiamo avuto ottimi riscontri in paesi come Germania, Spagna, Olanda, Inghilterra… E ora sono più che convinto che "Third Moon" possa trovare lo stesso consenso di pubblico anche fuori dal nostro paese.

Pino, cosa ti attendi da "Third Moon"?
Da "Third Moon" ci aspettiamo sicuramente che il pubblico capisca con quanta passione, quanto amore e sacrificio noi continuiamo a proporre la nostra musica, tirando dritto per la nostra strada e come sempre cercando di non scendere mai a compromessi né stilistici né tantomeno commerciali.

E che sentimenti provi, rispetto a quanto accade oggigiorno, a quanto pur troppo ci propone la cronaca quotidiana?
Per quanto i disastri che accadono oggi in giro cosa si può dire? ….

Per ora, bentornato campione! A te lascio lo spazio per le parole di commiato dai lettori di Rock Impressions!
Grazie per il bentornato, un messaggio per i ragazzi da parte mia e di tutta la band: spero che continuiate a supportare, oltre a noi, tutte le band che in questo paese meritano e si spaccano il culo, perché ragazzi, ricordatevi che questa è una guerra che combattiamo per contrastare il genocidio culturale di questo paese.
Ciao e Long live R.’n’R.!!

E con la grinta di Pino, il rock non morirà mai, questo è certo!

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