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            sembra ormai consumata la fuoriuscita di Kuprij dai Ring Of Fire, 
            eccolo apparire in questo progetto nuovo di zecca condiviso coi chitarristi 
            Marco Ferrigno e Javier Leal, due giovani di grande talento. Sempre 
            dai Ring Of Fire arriva anche il bassista Philip Bynoe (ex Steve Vai), 
            mentre il batterista Jon Doman completa la formazione.
 Promised Land è un album strumentale di otto tracce di power 
            metal neoclassico ed epico, con abbondanti dosi di prog, una vetrina 
            ideale per esibire i virtuosismi più sfrenati di questi tre 
            formidabili musicisti. L'album parte molto bene e sui virtuosismi 
            emerge il gusto personale dei musicisti coinvolti, che dimostrano 
            anche un incredibile affiatamento, ma alla lunga il disco incomincia 
            a stancare perché i brani risultano un po' troppo standardizzati, 
            in altre parole sono costruiti un po' tutti nello stesso modo.
 
 La prima traccia, che da il nome all'album, inizia con un intro space 
            rock per poi lasciare il posto ad un prog metal carico di tensione, 
            sicuramente uno degli episodi migliori del disco. Essendo all'inizio 
            i solos delle due ascie e delle tastiere sono tutti molto godibili. 
            "The Prisoner" segue l'incedere del primo brano, solo è 
            un po' più atmosferico. "Death and Illusions" spinge 
            molto di più sui virtuosismi, che iniziano a farsi ridondanti, 
            da notare, invece, il gran lavoro della sezione ritmica, sempre all'altezza 
            della situazione. Da questo punto in poi le idee iniziano a ripetersi, 
            non è che i brani siano uguali, ma le sensazioni che danno 
            sono le stesse, le atmosfere non variano. Si tratta comunque di musica 
            suonata in modo impeccabile da artisti sopra le righe.
 
 Questo disco è per fanatici della sei corde, ma non solo. GB
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