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            pensare che i Fates Warning all'inizio della loro carriera erano considerati 
            come i cloni degli Iron Maiden, in particolare per la somiglianza 
            vocale del singer John Arch con Bruce Dickinson, ma da allora la band 
            ha iniziato una prestigiosa evolozione musicale che li ha portati 
            a creare un sound molto originale che si è evoluto fino ai 
            giorni nostri.
 Sono passati ben quattro anni dal precedente album in studio Disconnected 
            e ben venti dal disco di debutto Night On Broken e i Fates Warning, 
            che nel frattempo sono restati in tre, stanno per affrontare un altro 
            cambiamento radicale nella loro storia: infatti, appena concluse le 
            registrazioni del nuovo album, il carismatico batterista Mark Zonder 
            (ex Warlord) ha annunciato di voler lasciare la band per seguire altri 
            progetti, fra cui spicca una importante collaborazione con lo storico 
            chitarrista Ronnie Montrose.
 
 La band capitanata dalla coppia Jim Matheos (chitarra) e Ray Alder 
            (voce) da alle stampe il decimo album in studio e abbandona la guida 
            sicura di Terry Brown (Rush) preferendo l'autoproduzione. Il primo 
            brano "Left Here" si apre con un incantevole arpeggio delicato, 
            ma le atmosfere si fanno subito nervose e roventi e irrompe un riff 
            granitico che sembra uscito da altri tempi, ottime le linee vocali 
            e il pezzo prende il volo. "Simple Human" è un ottimo 
            esempio di moderno prog metal, nervoso e tormentato. "River Wie 
            Ocean Deep" è un brano carico di mistero e di inquietudine, 
            una gemma oscura di grande fascino evocativo. "Another Perfect 
            Day" a differenza dei brani precedenti è molto diretta, 
            quasi grunge, ricorda infatti certi Soundgarden, ma funziona molto 
            bene. Sempre su ottimi livelli "Heal Me" e siamo ancora 
            nei territori di un prog metal molto intenso e teatrale. "Crawl" 
            è in linea coi brani precedenti, ma "A Handful of Doubt" 
            torna a impressionare per la sua forza espressiva. Una bella scarica 
            arriva con l'impulsiva "Stranger" e poi le luci si spengono 
            con la conclusiva "Wish", una canzone intimista con i Fates 
            che si commiatano con una certa delicatezza.
 
 Un'altra parentesi si è chiusa, ma tutto fa pensare che sarà 
            solo un'altra tappa della saga di Matheos e Alder. Alla prossima! 
            GB
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