Rock Impressions

TIM DONAHUE - Madmen & Sinners
Frontiers

Ancora caldo di stampa il progetto Frameshift, ecco che James LaBrie torna sul mercato al fianco di un nuovo amico: Tim Donhaue, un artista poliedrico che ha prodotto una interessante serie di lavori, l'ultimo dei quali è Into The Light pubblicato nel 2000 con Kelly Hansen alla voce.

Questo ultimo è il suo lavoro più maturo e ha richiesto due anni di lavoro. Tim suona la chitarra il basso e le tastiere, James ovviamente canta e alla batteria siede Mike Mangini (Extreme, Steve Vai). Madmen & Sinners è un concept album in stile prog metal, abbastanza vicino ai Dream Theater, ma capace anche di molti momenti molto originali e appassionanti.

Ecco allora "Million Miles" aprire alla grande con grandi partiture ritmiche e decise progressioni metalliche, mentre LaBrie canta con grinta e passione. "Let Go" è una traccia atmosferica introdotta da un organo solenne e cerimonioso, ma serve da collegamento per il brano successivo, la straniante "My Heart Bleeds". Questa è una traccia che inizia cupa e tecnologica e che mette una notevole inquietudine, poi il tutto si stempera, pur mantenendo una discreta tensione. Splendida la tensione acida di "Feel My Pain", un brano veloce, tormentato e cattivo. "Morte Et Dabo" sembra un canto gregoriano (e forse lo è) e introduce "Children of the Flame", un mid tempo drammatico di discreto spessore. "The End" è un lento insolito e ruvido, dove spicca l'interpretazione di LaBrie e il piacevole solo di chitarra. Anche "Wildest Dreams" è un lento, ma nella migliore tradizione romantica che vuole i metallari ai vertici nelle classifiche dei brani più dolci. Segue il prog metal serrato di "Master of the Mind", non è un brano che colpisce, ma è comunque dignitoso. Chiude il brano omonimo, una suite di oltre quindici minuti che alterna buone parti ad altre più prolisse e scontate, non è costruita male, ma in certi momenti è un po' noiosa, recupera nel finale con delle belle linee melodiche.

Quello che mi è piaciuto di più di questo album è che non vuole essere una palestra per musicisti esibizionisti, ma racconta una storia e mette la musica al servizio di questa e di questi tempi non è un merito da poco. GB



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