Rock Impressions

Cosmic Rough Riders
COSMIC ROUGH RIDERS - Deliverance
Raft Records

Che il pop inglese di qualità avesse dato segni di risveglio se ne erano accorti tutti con una buona serie di gruppi freschi e agguerriti presenti sul mercato, ma anche la scena indipendente non è rimasta a guardare, quindi non si è trattato di un movimento creato dalle majors. Questi ragazzi di Glasgow si sono formati nel ’98 e questo è il loro album di debutto uscito nel ’99.

Inizialmente il gruppo è capitanato dal chitarrista Stephen Fleming e dal polistrumentista Daniel Wylie che produce l’album e firma quasi tutti i brani. Dopo il secondo album “Panorama” (2000) Wylie abbandona “amichevolmente” il gruppo per intraprendere la carriera solista.

Il sound di questo combo si presenta subito accattivante e fresco, un mix di Lindisfarne (per il loro lato più folk) e di melodie sixties accompagnate da un gusto particolare nel songwriting, tanto che i singoli di questa band entrano con agilità nella top 40 nazionale. Ascoltando meglio mi vengono in mente anche molti gruppi della neo psichedelia come Plan 9 e Dream Syndicate. Da notare che il gruppo comunque ha suonato di spalla a gente come Robert Plant, Lenny Kravitz, Black Crowes, Paul Weller e perfino gli U2.

Il nome fa pensare alla psichedelia ed in effetti ci sono degli accenni alla musica weascostiana e si resta in una musicalità solare molto brillante, quindi non mi riferisco alla psichedelia acida, ma a quella alla Byrds per intenderci. Le tracce scorrono con grande scioltezza e colpiscono in particolare gli arrangiamenti ariosi, nella prima formazione spicca la presenza di ben nove elementi con cinque chitarre (???), anche se alcuni suonano solo in un brano, ma le parti di chitarra sono predominanti e splendide, con dei ritornelli che mettono voglia di cantare.

Difficile trovare un brano brutto o anche solo “bruttino”, ci sono momenti di pura estasi musicale e altri più riflessivi come “Country Life”, che dimostrano un certo impegno compositivo. Deliverance è un album che ci restituisce un ottimo pop, provare per credere. GB

Altre recensioni: Too Close to See Far

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