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            chitarrista Craig Erickson è nato e cresciuto con lo scopritore 
            di talenti chitarristici Mike Varney, un nome che non ha certo bisogno 
            di ulteriori commenti, e Craig dalla sua scuderia non si è 
            mai staccato. Così l’abbiamo spesso ritrovato coinvolto 
            in vari progetti patrocinati da Varney di cui anche quest’ultimo 
            fa parte, infatti figura come produttore. Fra le collaborazioni che 
            più mi hanno colpito di Craig mi piace ricordare quella con 
            Glenn Hughes, immortalata sull’album di lancio della carriera 
            solista di Mr Voice of Rock “Blues”.
 In questo nuovo progetto l’axe man si cimenta con la fusion 
            e viene affiancato da un gruppo di musicisti di grande talento, al 
            basso con sei corde troviamo Rob Wasserman, alle tstiere c’è 
            T Lavitz e alla batteria siede Jeff Sipe, nomi poco noti agli amanti 
            dell’hard rock, ma sono musicisti che suonano con grande passione 
            e feeling.
 
 Craig per una volta ha abbandonato il rock blues e si è dedicato 
            a piene mani al jazz, seppur tinteggiato di hard rock. In questo album 
            lo ritroviamo alle prese con dieci tracce strumentali dove Erickson 
            emerge sui grooves creati per mettere in risalto il suo talento chitarristico, 
            mentre il tastierista ha meno spazio, ma sulla lunga distanza il disco 
            stanca un po’, non perché sia ripetitivo, ma perché 
            di dischi come questo ce ne sono a centinaia e non si sentiva proprio 
            il bisogno di uno in più.
 
 Non è un’occasione mancata, Craig si diverte e diverte, 
            però manca quella scintilla in più. Il disco si lascia 
            ascoltare con piacere, solamente non da grandi emozioni. GB
 
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