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            disco mi è arrivato senza lo straccio di una nota, pertanto 
            non so assolutamente nulla di questo gruppo, quello che posso dire 
            però è che Ripples in Time è un ottimo album. 
            
 All'inizio se si ascolta in modo superficiale i Chrome Shift sembrano 
            uno dei tanti cloni dei Dream Theater, ma pian piano il disco cresce 
            dentro l'ascoltatore e acquista una dimensione molto personale. "Nightmachine" 
            parte con una buona serie di cambi e crescendo, momenti di lirismo 
            drammatico si alternano a cavalcate in doppia cassa per niente scontate. 
            "Full Moon" spinge ancora di più sui cambi e su controtempi 
            molto particolari, mentre il cantante sfodera una prestazione pomposa 
            ed epica e dimostra di essere in linea con i grandi vocalists del 
            genere, durante il crescendo di questo brano si inizia ad intuire 
            che la band ha molte idee innovative e interessanti, che uniscono 
            il metal più classico al prog più avventuroso. L'incedere 
            sinfonico e maestoso di "In My Own Dream" conferma che le 
            idee ci sono eccome. "Through" è un brano lento e 
            atmosferico dove il singer ricalca le timbriche di Dickinson, un pezzo 
            molto riuscito. La grinta torna in "Kosmonauten Des Dod", 
            ma nella prima parte non lo trovo un episodio particolarmente significativo, 
            poi però recupera nel finale. "Le Temp Des Assassins" 
            ricorda i Pain Of Salvation e gli Ark, ma anche certe cose degli Spock's 
            Beard, un gran bel brano. "Sorry" è un intenso lamento 
            e ad un certo punto il singer si lancia in vocalizzi shiamanici, una 
            sorta di nuova Child In Time, con una sezione ritmica da brivido. 
            "Ripples in Time" è una suite di venti minuti, dove 
            c'è un po' di tutto, ma sopra ogni cosa c'è della grandissima 
            musica. Un album da avere! GB
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