| Non 
            so da dove salti fuori questo svitato che risponde al nome di Richard 
            Cheese e che in copertina scomoda nientemeno che i Pink Floyd con 
            l’immortale album qui sciommiottato. Ma a parte la copertina 
            del cd e una cover di “Another Brick in the Wall” non 
            ci sono proprio riferimenti che riconducano ai mitici inglesi.
 Richard in questa raccolta propone una carellata di diciotto cover 
            una più demenziale dell’altra in versione Big Band, volete 
            qualche nome? Si va dai Nirvana con “Rape Me” agli Slipknot 
            con “People Equals S”, in mezzo ci sono i Korn con “Freak 
            on a Leash”, i Van Halen con “Hot For Teacher”, 
            i Limb Bizkit con “Nookie”, ma ancora The Clash, U2, Radiohead, 
            Motley Crue, Nine Inch Nails, Offspring, Beastie Boys e tanti altri 
            e tutti rigorosamente in versione swing con orchestra. Alcuni brani 
            erano già usciti su precedenti lavori di Cheese, molti sono 
            nuove versioni o inediti.
 
 Ovviamente le versioni sono praticamente irriconoscibili, ma altrettanto 
            divertenti, Cheese ci dimostra come si può scherzare col rock, 
            anche quello più duro e violento, e ci insegna una lezione 
            di sano umorismo, come capita raramente di ascoltare, in Italia può 
            essere paragonato a Elio e le Storie Tese per intenderci, siamo più 
            vicini al cabaret che non al rock. Ovviamente è un disco che 
            non tutti possono amare, ma se si supera l’imbarazzo iniziale 
            ci si diverte eccome. Basta ascoltare la versione mambo di “Sunday 
            Bloddy Sunday” (io adoro l’originale, ma non mi sono offeso 
            anzi…) oppure come non ridere con la versione di “Freak 
            on a Leash”?
 
 Si potrebbe andare avanti per ore a parlare e a disquisire su questo 
            disco, resta il fatto che Richard Cheese è riuscito a scherzare 
            anche con dei generi musicali su cui è veramente difficile 
            fare umorismo e non è un pregio da poco.
 
 Forse Cheese è un pazzo, ma nella sua follia leggo molta genialità 
            e quell’irriverenza che fino a ieri era di proprietà 
            esclusiva dei rockettari più trasgressivi, bene Cheese riesce 
            ad andare oltre anche al rock più trasgressivo e lo fa con 
            grande ironia, che grande! GB
 |