Rock Impressions

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Torna a sorprenderci con i suoi virtuosismi il power trio nipponico con un nuovo album, il quinto in studio, un nuovo capitolo di una fortunata discografia.

Queste tre scatenate ragazze ci offrono un disco più maturo dei precedenti, meno incline a facili esibizionismi e più focalizzato sulla musica, infatti, le composizioni sono più curate e ricercate. Rock barocco e neoclassico, molto pomposo che non può non richiamare alla memoria gli ELP, ma anche qualcosa del prog italiano dei primi anni settanta nella struttura dei brani.

Sei composizioni per lo più strumentali ci accompagnano in un percorso molto articolato e frenetico, dove le immagini si susseguono con grande velocità, siamo letteralmente bombardati da cambi d'atmosfera e di tempo. Il brano che da il titolo al CD apre le danze, la copertina del disco mostra due creature femminili in atteggiamenti lesbici e, infatti, il brano si apre con dei gemiti femminili inequivocabili, ma poi, quando attacca la musica, ogni compiacimento di natura sessuale svanisce e inizia una sequenza devastante di incursioni tastieristiche con l'hammond e i synth che giocano, si inseguono, si lanciano in fughe spericolate e ogni tanto concedono anche qualche pausa, ma sono solo attimi brevi e la corsa riparte. Notevole anche l'accompagnamento della batterista che riesce a conferire spessore alle composizioni con un drumming vario di grande effetto. "All Hallow's Eve" inizia come un brano natalizio, un po' sdolcinato con tanto di campane e buoni sentimenti, ma dopo il primo minuto il pezzo si contorce e si complica assumendo tinte fosche e oscure che proseguono per i restanti sette minuti, sempre all'insegna di un prog elaborato e maestoso. "Horla Rising" è un brano epico e un po' più scontato dei due precedenti, ma rimane comunque piacevole. "Mother" ha un intro stucchevole, quasi inascoltabile, ma fortunatamente dura poco e quando inizia la musica tornano nuove magie e nuove suggestioni. Ancora ritmi serrati e sfuriate neoclassiche in "Succubus". In chiusura troviamo il brano collage "Bizzarro Ballo in Maschera" dove si sprecano le citazioni classiche da Beethoven a Vivaldi e al rock sinfonico in generale, con tanto di valzer finale, una sorta di riverente tributo a chi ha preceduto le nostre eroine.

Keiko, Mika e Akiko dietro i loro strumenti sono tre furie scatenate, tre forze della natura, che poco hanno di femminile nel senso che non inducono mai in banalità o in facili sentimentalismi, forse non faranno un genere innovativo, ma la loro bravura è tale da incantare chi le ascolta senza pregiudizi. GB

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